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Come usare la Mente nel Tai Chi – da TheTaiChiNotebook.com

Come usare la mente nel Tai Chi

Quanto segue è una (mia) traduzione di un post che ho trovato molto interessante e utile, sul blog thetaichinotebook.com (che consiglio a tutti di seguire). Il link originale del post è “How to use the mind in Tai Chi” e in esso si parla di come mente e corpo dovrebbero armonizzarsi durante la pratica del Tai Chi Chuan. L’autore è Graham Barlow, a cui ho chiesto l’autorizzazione a tradurre e ripubblicare quanto segue. Buona Lettura!

“Tutti i movimenti sono guidati da Yi, non dalla forma esterna”,

Ho parlato molto su questo blog [thetaichinotebook.com n.d.t.] su cose da fare con il corpo nel Tai Chi, ma non ho mai parlato molto della mente, finora. Questo perché è molto più difficile parlarne dato che, come scoprirete, ciò che serve per il corretto uso della mente nel Tai Chi non ha nulla a che fare con il “pensare”, il che ne rende particolarmente difficile l’analisi: nel momento in cui verbalizzi o scrivi i tuoi pensieri stai, in effetti, pensando a questo. Compreso il problema?

I classici usano tre parole per descrivere la mente nel Tai Chi: Shen, Xin, e Yi.

Lasciamo fuori dalla discussione per ora Shen e Xin, ma la cosa importante qui è che parole diverse sono usate per descrivere aspetti differenti della mente.

Guardiamo al più importante: Yi. I classici del Tai Chi sono piuttosto inequivocabili rispetto all’importanza dello Yi nel Tai Chi:
“Tutti i movimenti sono guidati da Yi,
Non dalla forma esterna”.

Ma cosa si intende per Yi? La traduzione Inglese [e anche la traduzione italiana n.d.t.] è normalmente “intenzione”. Io però penso che questa traduzione sia causa di una certa confusione sul Tai Chi, più di qualunque altra cosa. Le persone normalmente prendono il termine alla lettera e pensano che si parli dell’intenzione che si ha quando si eseguono i movimenti del Tai Chi – come l’intenzione di afferrare un braccio, o l’intenzione di lottare, o l’intenzione di rompere un polso, etc…

Quando le persone cercano di dimostrare questa corretta intenzione semplicemente tirano fuori un espressione cattiva e cercano di apparire un po’ severi e aggressivi mentre tirano un pugno o fanno qualcosa di drammatico. Non ci siamo.

La parola “intenzione” è decisamente collegata a cosa sia realmente Yi, ma non è cosa si intende con Yi, nemmeno un po’.

Se osservate il volto di qualcuno bravo che pratica Tai Chi, vedrete che non sembra che si stiano sforzando, e non sembrano aggressivi o cattivi. Invece, sembra che siano pieni di consapevolezza, assoti in ciò che stanno facendo, ma allo stesso tempo aperti a ciò che li circonda.

Yi non ha nulla a che vedere con il pensare, nel senso convenzionale. Se guardate qualcuno che pratica Tai Chi mentre allo stesso tempo pensa, vedrete che i suoi movimenti sembrano un po’ vuoti, i loro occhi si agitano in giro, sono assorbiti in sé stessi ma non realmente “nei” loro corpi. La mente e il corpo sono separati.

Nel Tai Chi si vuole raggiungere l’unità fra corpo e mente, così che non ci sia realmente differenza. Sei semplicemente un’unità che esegue il lavoro, o meglio, che lascia che il lavoro sia eseguito attraverso di sé. Sei presente, ma simultaneamente consapevole.

Mi piace definire Yi come “mente orientata”. E’ tutto legato alle direzioni. Quando eseguo il movimento di apertura della forma ad esempio, sto eseguendo un’apertura anche del corpo, mentre le mani salgono, e una chiusura quando scendono. La mia mente sta eseguendo una direzione verso l’alto, verso l’interno, verso il basso e in avanti, nell’ordine. Sto orientando la direzione dove il corpo sta andando con la mente e con gli occhi. Gli occhi devono lavorare in armonia con l’intero processo, non essere distratti, o girati nella direzione sbagliata per il movimento che stai eseguendo. Non guardare alle mani, guarda attraverso di esse. Quando esegui una spinta ad esempio, stai premendo verso l’orizzonte, non solo al tuo avversario immaginario.

Tutto questo pensare orientati – la qualità dell’uso della mente in questo senso – è impossibile se stai “pensando pensieri”. Nel momento in cui ti rendi conto che stai pensando… l’hai persa.

Quando pratica questo tipo di allenamento il mio maestro mi dice di fermare la forma se noto che la mia mente ha vagato, e di reiniziare. Dopo un po’ che capita questo, la mente in qualche modo capisce che non stai scherzando. Davvero vuoi restare con il tuo corpo e con quello che stai facendo per i prossimi 5 minuti, e si tranquillizza, sedendosi da una parte, permettendo alla tua consapevolezza di venire alla ribalta.

“Consapevolezza focalizzata” è un altro modo valido di descrivere Yi.

Spero che questo post vi abbia aiutato a comprendere cosa si intende con la frase “Tutti i movimenti sono guidati da Yi, non dalla forma esterna”, un pochino meglio. Come avete visto, non è semplice parlarne. L’unica maniera di comprenderlo è attraverso la pratica. Ciò che stiamo descrivendo è una qualità che non è un oggetto fisico o un movimento, per cui è complicato da afferrare, ma con la pratica ripetuta, nel tempo, diventerà reale come lo strumento su cui stai leggendo questo articolo.

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Un ringraziamento a Graham Barlow per il permesso datomi di riprodurre qui il suo testo; segnalo che Graham ha poi pubblicato una seconda parte del ragionamento nel nuovo articolo “Shen, Xin, cats and the Tai Chi classics” – anche questo molto interessante!

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