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Paul Read - The Art In Tai Chi

L’arte nel Tai Chi – Paul Read

L’arte nel Tai Chi – Paul Read

Un amico maestro di Tai Chi Chuan di nome Paul Read, un londinese che da qualche anno si è trasferito a Granada, in Andalusia, ha scritto diversi libri e diverse pubblicazioni sul Tai Chi Chuan.
Uno di questi scritti si intitola “The Art In Tai Chi”, ho avuto modo di leggerlo e alcune parti sono veramente stimolanti. Mi è venuto in mente di condividere questo testo e  ho chiesto a lui l’autorizzazione a tradurre un brano, per pubblicarlo qui.

Quello che mi piace in Paul e nel suo modo di descrivere la nostra disciplina è che cerca sempre di concentrarsi su ciò che sta “dietro” e “dentro” il nostro lavoro nel Tai Chi, più che sulla correttezza “formale” del movimento. E spesso il suo approccio è illuminante, fa pensare a come sia possibile dare un senso più ampio alla nostra pratica… molto interessante. Uno dei suoi siti: https://www.teapotmonk.com/

Ecco un frammento tradotto (sicuramente in maniera indegna, Paul mi deve scusare) dal suo pdf che consiglio di leggere, se l’inglese non è per voi una barriera. Il pdf è in vendita, per 3.49$, a questo indirizzo: https://gumroad.com/teapotmonk

Un arte per la vita

Perché imparare quest’arte?

Perché le persone decidono di imparare quest’arte particolarmente elusiva? Altre arti marziali vi danno cinture, gradi, certificati, o piccole iniziali da apporre alla fine del vostro nome. Ma non il Tai Chi.

Perciò, perché praticare per decenni, senza i giocattoli e le medaglie dell’avanzamento e dello stato professionale?

La risposta è sia storica che contemporanea. Universale e anche molto individuale, personale.

Le risposte possono variare da persona a persona, da scuola a scuola, da tradizione a tradizione.

Ma comunque, dietro la maggior parte di queste risposte sta il tema della salute: salute fisica, mentale, spirituale, filosofica o anche culturale. Perché se non si tiene conto di di queste condizioni davvero di base, il resto è piuttosto senza senso.

Se non possiamo alzarci la mattina in una condizione fisica relativamente decente, scavare nelle applicazioni marziali o alchemiche del Tai Chi sembra in qualche modo accademico.

Ma cosa intendiamo con la parola “salute”? Beh, la buona salute consiste nella compresenza di diversi fattori:

1. Lasciar andare

Il Tai Chi ci insegna – in maniera sottile – i benefici del “rallentare”, rilassandoci durante i momenti più tesi, e (cosa forse ancora più importante) ci insegna a lasciar andare le cose come sono. Il concetto di lasciar andare è generalmente frainteso come “non intervento”, ma questa è un’interpretazione parziale. Non significa che non siamo coinvolti, piuttosto significa che scegliamo il momento giusto con intuizione e pazienza.

2. Fermare il chiacchiericcio

Il Tai Chi ci insegna che svuotando la mente possiamo lasciare spazio all’arrivo di altre cose. Pensa al tuo frigo. Non puoi continuare a premere sempre più roba nel frigo senza usare mai nulla di quello che c’è dentro, o senza buttar via la roba scaduta. Ogni tanto (normalmente su pressione della visita di qualche parente) dobbiamo ripulirlo. Dopo, guardiamo dentro con maggiore serenità e pensiamo alle cose nuove che ora ci possono stare.

La nostra cultura attuale, però, non guarda con benevolenza al vuoto e alle menti vuote:

“Lei, signore, è un matto con la testa vuota”

Siamo spinti a riempire i nostri frigoriferi con cibi in scadenza, che spesso si nascondono dietro e non sono mai mangiati. La nostra mente accumula conoscenza in modo simile, conoscenza in parte utilizzabile e che ci permette di citare interessanti statistiche, ma molta resta irraggiungibile, ristagnando, e non ci sprona nella ricerca di spazio e libertà. Così, per bilanciare questa tendenza, il Tai Chi ci mostra come riservare un po’ di tempo per noi stessi, tempo che ci permette di disconnetterci dalla “matrice” – anche se magari per pochi respiri. Come conseguenza il nostro spirito è nutrito, la mente si tranquillizza e i nostri livelli di energia sono ricaricati. Magari riusciremo persino a pulire il frigo.

3. Rallentare

Mentre il resto del pianeta viene distratto dall’era della comunicazione e conseguentemente accelera semplicemente per stare al passo, il praticante di Tai Chi rallenta, fa un passo indietro e guarda tutto questo correre.

Il Tai Chi ci insegna l’importanza del “Wu Wei” – scegliere il momento, il momento giusto per avanzare. Impariamo a respirare profondamente, e mentre possiamo essere distratti dalla tecnologia e dalle 10.000 cose, siamo anche piacevolmente distratti dalla trama della luce del sole, dal percorso della luna o dal movimento del vento che si muove sull’acqua.

Sì, impariamo il Tai Chi per ragioni meditative, spirituali e di autodifesa – ma tutto inizia e termina con la salute.

4. Longevità

Infine… impariamo il Tai Chi Chuan perché è bello imparare qualcosa che non sparirà in un paio di anni, finendo in un mucchio di rifiuti come molti lettori mp3 o telefoni cellulari. E’ bello praticare qualcosa che ha un valore indipendente dal momento in cui la pratichiamo.

Il Tai Chi esiste da un bel po’ di tempo, e non sta sparendo. In parte questo accade perché è aperto a qualunque sesso, età e cultura. E’ un’arte che puoi praticare oggi, e che potrai ancora perfezionare mentre percorrerai i tuoi ultimi giorni su questo pianeta. E’ un’arte poco costosa da imparare, che non richiede particolari attrezzature o vestiti, e che puoi portare con te ovunque tu vada! Immagina, se vuoi, un esercizio e un regime salutistico “in cloud”, che è sempre disponibile, e che puoi raggiungere in qualunque momento, in qualunque luogo.

Il Tai Chi è un’arte per la vita.

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